Il mutamento di destinazione d’uso
La destinazione d’uso è la funzione urbanistica ed edilizia riconosciuta a un immobile. Non conta l’uso di fatto, ma quello risultante dal titolo abilitativo che ha autorizzato la costruzione o l’ultimo intervento edilizio.
È elemento centrale per:
La pianificazione urbanistica
Il calcolo degli oneri di urbanizzazione
La definizione degli standard urbanistici
La valutazione del carico urbanistico
Si distingue tra:
Urbanistica: legata alla zonizzazione e pianificazione comunale
Edilizia: riferita al singolo edificio e alle sue capacità funzionali
Categorie Funzionali per è sempre concesso mutamento d'uso
È il passaggio a un uso diverso da quello originariamente assentito, anche senza eseguire opere edilizie.
Due distinzioni fondamentali:
Funzionale: mutamento senza opere edilizie (o con opere di edilizia libera)
Strutturale: mutamento con opere edilizie
Altra classificazione:
Urbanisticamente irrilevante (orizzontale): avviene all’interno della stessa categoria funzionale
Urbanisticamente rilevante (verticale): comporta il passaggio tra categorie funzionali diverse
Le cinque categorie funzionali previste:
Residenziale
Turistico-ricettiva
Produttiva e direzionale
Commerciale
Rurale
Scia sempre necessaria
La disciplina è contenuta nel Testo Unico dell’Edilizia (DPR 380/2001), in particolare:
Art. 6: edilizia libera
Art. 6-bis: CILA
Art. 10: permesso di costruire
Art. 22: SCIA
Art. 23-ter: mutamenti d’uso
4. Evoluzione normativa
4.1 Disciplina prima del DL “Salva Casa”
Mutamenti all’interno della stessa categoria funzionale: erano “sempre consentiti” (comma 3 art. 23-ter)
Mutamenti tra categorie diverse: soggetti a incertezze interpretative
Mancava una chiara indicazione del titolo abilitativo necessario
Le pratiche edilizie si basavano su interpretazioni giurisprudenziali e regionali
4.2 Novità introdotte dal DL 69/2024 (“Salva Casa”)
Obiettivi:
Semplificare il regime edilizio
Sbloccare le compravendite ferme per “lievi difformità”
Facilitare la regolarizzazione degli immobili
Novità principali:
Chiarezza sui titoli abilitativi necessari per ogni tipo di mutamento
Riconoscimento della SCIA come titolo minimo anche in caso di mutamento senza opere
Introduzione del principio di “autosufficienza” del titolo abilitativo, che ha doppia valenza urbanistica ed edilizia
Conferma dell’obbligo di SCIA anche per edilizia libera o CILA, se comporta mutamento d’uso
5. Mutamenti di destinazione d’uso “urbanisticamente irrilevanti”
5.1 Definizione
Mutamento all’interno della stessa categoria funzionale, senza aggravio del carico urbanistico.
Esempi:
Da abitazione a bed & breakfast (sempre nella categoria “residenziale”)
5.2 Procedura
Sempre necessaria la SCIA (art. 22 TUE), anche se senza opere
Se con opere edilizie, si applica il titolo richiesto per tali opere (ma si “sale” comunque a SCIA)
5.3 Ulteriori condizioni
Per unità singole: mutamento sempre consentito, salvo norme comunali
Per interi immobili: è richiesto un titolo edilizio e il rispetto di eventuali condizioni regionali o comunali
6. Mutamenti di destinazione d’uso “urbanisticamente rilevanti”
6.1 Nuova disciplina (art. 23-ter, comma 1-ter e 1-quater)
È sempre ammesso il mutamento di singole unità immobiliari tra:
Residenziale
Turistico-ricettiva
Produttiva/direzionale
Commerciale
Solo se situate nelle zone A, B, C del DM 1444/1968 (centri storici, aree edificate, nuove zone residenziali)
6.2 Agevolazioni previste
Nessun obbligo di reperire nuove aree per servizi generali
Esenzione dalla dotazione obbligatoria di parcheggi (art. 41-quinquies L. 1150/1942)
Solo oneri di urbanizzazione secondaria sono eventualmente dovuti (per scuole, verde pubblico, ecc.)
6.3 Prevalenza funzionale
Strumenti urbanistici possono subordinare il mutamento alla destinazione prevalente dell’immobile.
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