L’iter giudiziario nelle cause per danni da responsabilità medica
Le controversie derivanti da ipotesi di malasanità costituiscono una delle aree più complesse e tecnicamente articolate del diritto civile, soprattutto in materia di responsabilità extracontrattuale e contrattuale della struttura sanitaria e del personale medico.
Avviare una causa di questo tipo richiede non solo competenze specialistiche, ma anche una rigorosa osservanza delle regole processuali, pena la perdita irrimediabile di diritti e facoltà.
La natura rigorosa del processo civile: decadenze e termini perentori
A differenza del processo penale, nel quale l’iniziativa probatoria è attribuita in larga parte al giudice, il processo civile è dominato dal principio dispositivo: ogni parte è titolare del proprio onere probatorio e vincolata al rispetto di termini perentori. Il mancato rispetto di tali scadenze comporta decadenze irreversibili: un documento non depositato nei tempi previsti, un testimone non indicato tempestivamente o una consulenza tecnica non richiesta entro la fase istruttoria non potranno essere successivamente recuperati nel corso del processo.
Ne deriva la necessità di una preparazione preventiva minuziosa e scrupolosa, che non lasci alcun dettaglio al caso. Lo studio della documentazione sanitaria, la ricostruzione cronologica degli eventi, la raccolta delle dichiarazioni testimoniali, la selezione di periti e l’individuazione dei quesiti da sottoporre al consulente tecnico d’ufficio (CTU) devono essere predisposti con largo anticipo.
La fase istruttoria: cuore pulsante del giudizio civile in materia sanitaria
La fase istruttoria rappresenta l’architrave portante del giudizio. È in questo segmento del processo che il giudice acquisisce i mezzi di prova dai quali trarrà il proprio convincimento. Nel contesto delle controversie mediche, la fase istruttoria è spesso interamente focalizzata sulla valutazione tecnica delle condotte sanitarie in esame e sulla ricostruzione del nesso causale tra l’errore e il danno patito dal paziente.
Saranno quindi escussi i testimoni eventualmente indicati, ma soprattutto verrà nominato un consulente tecnico d’ufficio, il quale, con l’ausilio di periti di parte, avrà il compito di valutare se vi sia stata una violazione delle linee guida o delle buone pratiche clinico-assistenziali, nonché la misura e la natura dei danni derivati.
Il ruolo centrale della consulenza tecnica d’ufficio (CTU)
La consulenza tecnica d’ufficio costituisce la prova regina nei giudizi per responsabilità medica. Il giudice, privo delle competenze specialistiche per valutare direttamente le condotte sanitarie, si affida al parere tecnico del perito, seppure con il necessario spirito critico. Va infatti rammentato che il giudice civile è, giuridicamente parlando, il peritus peritorum, ovvero il perito dei periti: egli può aderire alle conclusioni del CTU, ma ha anche la facoltà di discostarsene motivatamente, soprattutto se supportato da contrarie valutazioni dei consulenti tecnici di parte o da ulteriori elementi probatori.
Per tale ragione, è essenziale che l’avvocato del danneggiato formuli con estrema precisione i quesiti da sottoporre al CTU, così da indirizzarne l’analisi su aspetti realmente dirimenti, come il rispetto delle linee guida, la prevedibilità dell’evento lesivo, l’adeguatezza della condotta sanitaria tenuta e la sussistenza di un nesso eziologico tra il comportamento contestato e il danno subito.
Testimonianze e altri mezzi di prova
Pur non avendo il peso probatorio della CTU, le testimonianze possono rappresentare un valido complemento alla consulenza tecnica, specialmente per ricostruire le modalità con cui il paziente è stato informato sui rischi della terapia o dell’intervento chirurgico, oppure per evidenziare omissioni nei controlli post-operatori o ritardi nei soccorsi, ovvero ancora supportare le richieste risarcitorie e la personalizzazione del danno eseguita dall'Avvocato.
La capacità dell’avvocato di porre domande precise e giuridicamente rilevanti, di contestare in udienza elementi emersi dalla CTU o dalla documentazione sanitaria, nonché di valorizzare le incongruenze nella linea difensiva della struttura sanitaria o del medico, si rivelerà determinante ai fini del buon esito della causa.
Conclusione del giudizio e decisione del giudice
All’esito della fase istruttoria, una volta acquisite tutte le prove e chiusa la fase di discussione, il giudice sarà chiamato a pronunciarsi con sentenza. In questa fase finale, il giudice valuterà le prove raccolte, la coerenza degli argomenti delle parti e le risultanze della CTU per stabilire se sussista una responsabilità civile in capo ai sanitari e/o alla struttura sanitaria.
In caso di accoglimento della domanda, il giudice liquiderà il risarcimento del danno tenendo conto delle voci patrimoniali (danno emergente, lucro cessante) e non patrimoniali (danno biologico, danno morale, danno esistenziale), secondo i criteri previsti dal codice civile e dalle tabelle elaborate dalla giurisprudenza di merito, in primis quelle del Tribunale di Roma.
Conclusioni: importanza dell’assistenza legale qualificata
In definitiva, le cause per responsabilità medica richiedono una preparazione giuridica e tecnica di altissimo livello, una gestione strategica delle tempistiche e una conoscenza approfondita tanto del diritto quanto della medicina legale. Solo una difesa accurata e specialistica, fondata su esperienza, rigore metodologico e competenza multidisciplinare, può garantire al paziente danneggiato un accesso effettivo alla tutela giurisdizionale dei propri diritti.